Final Fantasy XIV: A Realm Reborn – spiegato il motivo del canone

Naoki Yoshida, producer di Final Fantasy XIV: A Realm Reborn, in una recente intervista ha parlato della scelta di Square Enix di adottare un abbonamento per il gioco e non immetterlo sul mercato con il modello free to play. Il gioco attualmente prevede un primo mese completamente gratuito e poi successivamente ci sarà la possibilità di scegliere se continuare o meno l’esperienza.

“È possibile persino completare il gioco durante il periodo di prova, dunque il concetto è questo: se l’esperienza ti piace e ne vuoi ancora, allora è il caso che tu sottoscriva un abbonamento. Naturalmente ci sono tanti contenuti endgame e aggiornamenti ciclici. È questo il nostro approccio. Mi chiedono spesso di esprimere la mia preferenza fra il modello free to play e quello in abbonamento, ma il punto non è quale sia il migliore: entrambi hanno dei pro e dei contro.

Per molti titoli si tiene conto del numero di abbonamenti sottoscritti nei primi due mesi, pensando che la cosa non potrà cambiare più di tanto, e si decide di passare al free to play. Si tratta di una decisione spesso affrettata, a mio avviso. (…) L’aspetto negativo degli abbonamenti è che chiaramente l’utente deve continuare a pagare su base regolare per giocare, mentre quello dei free to play è che può smettere da un momento all’altro perché vede le proprie conquiste come garantite, non riesce ad apprezzare pienamente i progressi fatti. Con il modello free to play è necessario che gli sviluppatori pensino a come generare introiti, cercando di bilanciare tale esigenza con la voglia di offrire la migliore esperienza possibile. Dunque non si deve pensare soltanto ai contenuti di gioco, ma tenere sempre presente il possibile ricavo garantito dalle microtransazioni. Alla fine ci si chiede: chi dobbiamo davvero accontentare?”